
Cosa pensano gli studenti della scuola primaria dei compiti, in generale?
Beh… per molti di loro è un’attività estremamente noiosa. Spesso, non sanno da dove iniziare. Anche il solo mettersi a leggere diventa un’attività stancante. Inoltre, molti bambini non hanno nessuna voglia di restare fermi, concentrati su un’attività per ore, dopo la scuola.
In questo articolo ti suggerisco alcuni strumenti utili che fanno parte del mio metodo di studio per la scuola primaria che io, come insegnante e coach, chiamo gli “anti-noia”. Li chiamo così perché aiutano a modificare nei bambini la percezione che studiare sia statico e poco interessante.
Ma andiamo per gradi. Prima di tutto proviamo a metterci nei panni dei nostri piccoli studenti e domandiamoci:
Perché studiare è noioso?
Studiare può essere noioso, è vero. Un po’ di ragione i nostri bambini qualche volta ce l’hanno: a chi piace stare seduti per ore a leggere, sottolineare, ripetere, a volte senza nessun risultato?
A nessuno.
Lo studio e i compiti in questo senso sono spesso fonte di stress, sia per i bambini che per i loro genitori. Alcuni studenti sono stanchi dopo la scuola e nel pomeriggio sono presi dalla noia e dalla “rimandite”. Aspettano che siano i genitori o un tutor a prendere l’iniziativa. Procrastinano, si trovano in difficoltà e aspettano un “angelo salvatore” a cui delegare il loro problema.
La loro inesistente voglia di studiare trova un forte alleato proprio in questo intervento da parte di genitori e tutor. La non voglia di studiare si trova sostenuta e rinforzata tutte le volte in cui gli adulti prendono in mano la situazione, come se il problema fosse nostro. Ma… non lo è!
Quante volte ti è successo di pensare che avresti dovuto fare di più?
Magari fare quell’espressione matematica ti sarebbe costata solo una decina di minuti e vi sareste risparmiati una nota o un rimprovero, vero?
Dico “vi” perché è inevitabile: gli insuccessi dei tuoi figli sono fonte di stress sia per te che per loro. Per te, soprattutto.
Dobbiamo sconfiggere la noia e lo stress associati allo studio. Quindi:
Come trovare la voglia di studiare?
Per trovare la voglia di studiare è fondamentale partire da un presupposto: non esiste un solo modo di studiare o di fare i compiti! Le differenze comportamentali dei nostri piccoli nativi digitali, cresciuti con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche e abituati ad avere le risposte che cercano con un click, sono notevoli.
Come può funzionare con loro il metodo di studio che usavamo noi decenni fa?
Come si fa a studiare una cosa che non piace? La voglia di studiare è come l’appetito che viene mangiando: la si richiama facendo attività!
Se insegniamo ai nostri piccoli studenti che esistono delle attività dinamiche, semplici e veloci per attivare la concentrazione e stimolare l’attenzione, sicuramente l’approccio allo studio e ai compiti può essere più interessante e perché no? Anche divertente.
Come sconfiggere il: “non ho voglia di studiare!”
Perché gli studenti della scuola primaria studino in maniera dinamica e si approccino ai compiti senza stress, ti descrivo il mio metodo “anti-noia”. Prende in considerazione due elementi principali. La posizione e la lettura.
Partiamo dalla posizione da assumere quando si studia.
- Regola principale: la posizione non può essere statica. È necessario cambiare posizione o postazione ogni 30 minuti circa, facendo magari squillare una sveglia o un cronometro.
- Pensare che i bambini possano stare seduti per più di 20-30 minuti e mantenere la concentrazione è un traguardo quasi mai raggiungibile. Soprattutto per coloro che fanno sport o soffrono di disturbi d’apprendimento. In questi casi, è molto utile avere in casa una lavagna sulla quale far svolgere per esempio gli esercizi di matematica, in modo da fare l’attività didattica in piedi. Può inoltre essere utile appendere alle pareti delle mappe concettuali davanti alle quali passeggiare per ripassarle. La posizione sedia-scrivania dopo un po’ di tempo risulta scomoda.
- Prova a far studiare i tuoi bambini sul divano a gambe incrociate, oppure su una poltrona o su un tappeto. Queste posizioni piacciono molto ai più piccoli, perché le avvertono come interruzioni dal “modello scuola” fatto da sedia e banco.
Parliamo adesso della lettura.
- Leggere, per alcuni bambini, soprattutto per chi soffre di dislessia, ma anche per i cinestesici, che sono sempre in movimento è, il più delle volte, l’attività più noiosa. Se difatti alcuni studenti amano leggere a voce alta, affrontando con semplicità l’ostacolo, altri, dopo un paragrafo, iniziano a guardarsi attorno e si perdono. In questi casi, consiglio di utilizzare le tecniche di lettura veloce.
Cosa si intende per lettura veloce?
Le tecniche di lettura veloce allenano i bambini al leggere “visivo” e non più “decifratorio”: anziché focalizzarsi sulla parola singola, lettera dopo lettera, si abituano a cercare le informazioni che servono, con l’intuizione del testo.
Per sviluppare questa abilità, che, se ci pensi, è la stessa che utilizziamo quando sfogliamo una rivista o leggiamo un articolo di giornale, sono molto utili gli esercizi di lettura visiva proposti dal testo Occhio alle Parole edito da Erickson.
Si possono anche usare delle tabelle, come quella che trovi qui, per velocizzare la ricerca delle parole chiave:
Puoi creare ulteriori tabelle con tutte le parole che vuoi. L’importante è stimolare la ricerca e dare allo/a studente tempi brevissimi, per spronarlo/a a trovare i concetti. Suggerimento: per cercare la parola che gli indichi o che magari sorteggia da un sacchetto, si può partire da un intervallo di tempo più lungo e poi andare a scalare (ad esempio, prima 20 secondi, poi 10, poi 5).
Questo tipo di strategia sarà molto utile:
- nei brani di Antologia, quando si deve rispondere alle domande del testo;
- nelle prove INVALSI;
- per studiare Storia e Geografia, dove la ricerca dei concetti chiave è fondamentale.
Come studiare senza annoiarsi con la tecnologia
Per i bambini sempre connessi il fascino della tecnologia e degli schermi illuminati è davvero irresistibile. Distoglierli dal tablet o dal PC non è sempre facile, soprattutto se è per fare i compiti. In questi casi, consiglio di sfruttare questa situazione a proprio vantaggio, utilizzando la ricerca dei concetti chiave con Google.
Se, per esempio, i nostri piccoli studenti devono studiare una dinastia di re, può essere molto divertente andare a cercare i volti dei sovrani con Google Immagini. Selezionarli, incollarli su un foglio Word e tagliarli, come fossero delle figurine. Dare un volto ai protagonisti della storia renderà la materia sicuramente più divertente e meno astratta.
Anche per materie come la Geografia possiamo suggerire agli studenti di fare una ricerca fotografica dei luoghi da studiare e immaginare come sarebbe farci un viaggio. “Chissà che caldo nel deserto del Sahara, quanto scotta la sabbia sotto ai piedi!”. L’interesse dello studente si innalzerà.
I libri scolastici, in fondo a ogni capitolo, presentano quasi sempre delle mappe riassuntive. Dotare quegli schemi di immagini attraverso la ricerca in rete, consentirà ai bambini di rinforzare la loro memoria visiva e di dare concretezza a termini che, altrimenti rischiano di essere vuoti e troppo astratti.
In conclusione:
Come studiare in modo piacevole?
Il miglior modo per far avvicinare con voglia e motivazione gli studenti della scuola primaria ai compiti è affascinarli con delle tecniche dinamiche, come quelle che ti ho suggerito in questo articolo.
Ricorda: l’utilizzo di un cronometro per accorciare i tempi e l’uso dei supporti tecnologici integrati ai cari vecchi libri, possono fare la differenza nella percezione che lo/a studente avrà dell’attività che dovrà svolgere, finalmente, senza più annoiarsi.