
Il 2020 resterà per sempre nella storia come l’anno del covid e del lockdown: abbiamo vissuto per settimane confinati all’interno delle nostre case, dovendo modificare abitudini, stili di vita, modi di pensare. La pandemia ha portato con sé anche la riflessione sul troppo pieno: in quanti contesti eravamo schiacciati l’uno contro l’altro, ammassati senza poterci muovere? Pensa alla metro al mattino, ai treni, ai bus sovraccarichi di studenti oltre misura, ai concerti dove ci si reggeva appoggiandoci ai fans vicini con il terrore di crollare per il caldo. Anche tu ti sarai trovata in una di queste situazioni che, di certo, non erano il massimo!
Ricorderemo anche i mesi durissimi della didattica a distanza, il cui spettro è tutt’altro che passato e incombe ancora su di noi, sui nostri figli e sugli insegnanti.
Abbiamo paura che si possa tornare alla DAD perché sappiamo dove non ha funzionato e cosa ha significato per gli studenti la perdita del contatto umano, in particolare per i più piccoli e quelli con vulnerabilità.
E soprattutto temiamo per la salute dei bambini e per quella di tutti noi, al punto che molti genitori hanno scelto di non mandare a scuola i loro figli (homeschooling), occupandosi personalmente di tutti gli aspetti educativi e didattici. Una vera e propria scuola in casa quindi.
L’anno scolastico è iniziato tra stenti e difficoltà: in molte scuole i banchi non sono arrivati, così come nemmeno i docenti. Le cattedre vuote sono migliaia e gli orari scolastici, tra ingressi scaglionati e supplenti non pervenuti, sono super provvisori.
Come affrontare quindi questo momento di grave incertezza?
E’ facile rischiare di lasciarsi travolgere e di perdersi nelle dinamiche da prevenzione, focalizzandosi troppo sugli aspetti sanitari del problema. Giustissimo, ma è impensabile che un genitore possa controllare ogni cosa e salvare il proprio figlio da qualunque occasione di rischio. E poi, non dovrebbe essere l’aspetto didattico-educativo il fulcro del dibattito sulla scuola? Invece di didattica non si parla più.
Come aiutare allora i bambini e i ragazzi a riprendere la confidenza con i libri e lo studio senza che diventi solo un tuo problema?
La parola chiave deve essere questa: autonomia. Proprio un momento come questo può essere l’occasione per sganciarti il più possibile dall’attività scolastica di tuo figlio e per spingerlo a fare da sé. Per il suo bene, perché impari a risolvere i propri problemi e per il tuo, perché hai diritto a un pò più di libertà, non credi?
Potresti iniziare così:
– fagli sfogliare i libri nuovi e guardare le figure, specialmente nelle materie quali storia, geografia e scienze. Soprattutto in queste settimane, durante le quali non avrà molti compiti da fare. Visualizzare le foto gli sarà molto utile per iniziare a collocare le future spiegazioni degli insegnanti e sentirsi meno spaesato.
Poi, scegliendo un capitolo, può rispondere su un quaderno a parte alle domande presenti sul libro o esercitarsi a sottolineare le frasi di risposta.
Ogni materia ha dei quaderni di recupero, fatti da mappe concettuali, sintesi. Solitamente sono molto “pratici” e consentono ai bambini e ai ragazzi di esercitarsi in autonomia. Se temi che tuo figlio si trovi delle consegne già svolte, puoi fargliele fare in matita, oppure, per i primi tempi, fotocopiare delle parti di libro perché possa scarabocchiare, fare e rifare.
E’ importante che i nostri piccoli studenti facciano amicizia con i libri nuovi e con i contenuti, entrando in relazione con i concetti e leggendone i nomi.
Sarà soddisfacente anche per loro ritrovarli durante le lezioni in classe e si sentiranno più sicuri.
Potreste chiamare queste fasi di anticipazione didattica “i momenti della sorpresa” in cui aprirsi all’ascolto delle nuove materie senza avere l’ansia del voto.
I tempi possono essere scanditi da una sveglia o da un cronometro che ogni venticinque, trenta minuti avviserà il bambino di cambiare libro o posizione.
Da piccolo ti capitava di raccontargli favole, durante le quali tuo figlio entrava in una dimensione fantastica e incontrava i personaggi, buoni e cattivi. Ora si tratta di favorire occasioni di conoscenza con i grandi della storia o viaggi in territori mai esplorati.
Imperativo d’ordine? Vietato annoiarsi! L’approccio ai libri nuovi dovrà essere leggero e giocoso. Non credi che anche tuo figlio avverta la tensione che lo circonda e si senta avvolto da una nebulosa confusione?
Meglio aiutarlo il più possibile ad avere punti fermi e a sapersi orientare nel favoloso mondo della conoscenza.