
Lo studio di un grande filosofo ed esponente di spicco dell’Illuminismo tedesco come Immanuel Kant non può prescindere da un’opera come Critica della ragion pratica, pubblicata nel 1788 – sette anni dopo Critica della Ragion Pura e due anni prima della Critica del Giudizio.
Come abbiamo già fatto con la Critica della ragion pura, proviamo insieme ad approcciarci all’opera di Kant attraverso uno strumento didattico come la mappa mentale, che ritengo tra i più efficaci per potenziare il proprio metodo di studio in maniera autonoma e individuale, sia che ci si stia preparando per un’interrogazione di Filosofia o si debba affrontare l’esame di Maturità.
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Prima di analizzare concretamente come muoverci all’interno della mappa mentale della Critica della ragion pratica, facciamo un riassunto schematico dell’opera di Kant.
Quale problema si pone Kant nella Critica della ragion pratica?
In quest’opera, Kant studia la facoltà di dirigere le azioni, quindi la ragion pratica.
A differenza dell’opera precedente, la Critica della ragion pura, in cui viene portata davanti a un tribunale la ragione nel suo uso puro, metafisico, (cioè quando prescinde dall’esperienza), nella Critica della ragion pratica, l’uso “puro” di questa facoltà è sempre legittimo, ma non lo è quello empirico.
Infatti, non sempre agiamo guidati da massime legittime, ma siamo spesso condotti dal raggiungimento di un fine particolare o di uno scopo.
Qual è lo scopo della Critica alla ragion pratica?
Kant mediante la ragion pratica intende trovare i fondamenti di un agire morale, che sia universale e formale, “disinteressato”. Per Kant, ognuno di noi è libero ed è causa del proprio volere: l’uomo è soggetto, portatore della legge morale, proprio in virtù di questa sua libertà, che lo sottrae al determinismo delle leggi naturali.
Un’azione è buona quando è guidata da un imperativo categorico (devi studiare perché devi), e non da un imperativo ipotetico, subordinato a un fine (ad esempio, se vuoi essere promosso, devi studiare).
Su cosa si basa la morale di Kant?
La morale kantiana non prescrive contenuti precisi, ma per verificare se una nostra azione è moralmente buona, dobbiamo chiederci:
“se tutti si comportassero come mi comporto io, cosa accadrebbe?”
La riflessione di Kant si spinge quindi più oltre e si interroga se in questa vita sia realizzabile il sommo bene, cioè l’unione di virtù e felicità.
Chi si comporta bene, guidato dal fine morale, vedrà ricompensati i suoi sforzi?
Secondo Kant no. Ed è questo il motivo per cui dobbiamo “postulare”, “presupporre” che vi sia un’altra vita in cui a un comportamento virtuoso corrisponde la meritata felicità. Un’altra vita è resa possibile solo dall’idea che la nostra anima sia immortale, che la nostra esistenza sia infinita.
Inoltre, soltanto considerando l’esistenza di un Dio che garantisca una proporzione tra il nostro agire morale e la felicità, possiamo avere una speranza e dare un significato profondo alla nostra esistenza.
Quali sono i postulati di Kant nella Critica della ragion pratica?
Dopo aver dimostrato nella Critica della ragion pura il fallimento delle argomentazioni classiche della metafisica, Kant nella Critica della ragion pratica ribalta la prospettiva e giunge ad affermare l’esistenza, nel campo della morale, di Dio, dell’immortalità dell’anima, della libertà che ognuno ha di autodeterminarsi nell’agire, secondo la legge morale.
Sono questi i postulati dell’agire morale non dimostrabili, ma necessari per conferire un orientamento da dare alla propria vita, che cosa si deve fare se la volontà è libera, se esiste un Dio e se vi è un mondo futuro.
La Critica della ragion pratica spiegata semplice attraverso la mappa mentale
Abbiamo schematizzato l’opera. Vediamo ora come visualizzarla, collegando graficamente e concettualmente i principali passaggi all’interno della nostra mappa mentale.
Il percorso disegnato dalla mappa attorno agli elementi fondamentali della Critica della ragion pratica parte dal centro, dal titolo dell’opera e prosegue in senso orario.
I cerchi colorati (in arancione, blu e verde) definiscono i 3 passaggi chiave, dividendo la mappa in 3 sezioni ideali:
- Si parte dalla ricerca del significato dell’opera: dal generico “cosa studia Kant in quest’opera” (in arancione) per indagare le caratteristiche della ragion pratica.
- Si prosegue analizzando quindi la moralità (in blu), la sua base – la legge morale che costituisce l’essenza dell’uomo – le sue sfaccettature secondo il ragionamento di Kant.
- Si arriva quindi (in verde) ai postulati della ragion pratica che rendono possibile la realizzazione del sommo bene.
Qual è l’obiettivo della mappa mentale della Critica della ragion pratica di Kant?
L’obiettivo della mappa mentale è quello di rendere più semplice e dinamico lo studio individuale su concetti complessi come quelli affrontati da un filosofo come Kant, visualizzandoli. La mappa, idealmente mira ad avvicinare sempre più studenti alla filosofia, senza essere demotivati in partenza.
Naturalmente, è uno strumento didattico di supporto. Non è da considerarsi esaustivo per una preparazione completa della materia. L’uso della mappa va sempre accompagnato dal libro di testo assegnato dall’insegnante.
Se vuoi consigli pratici su come utilizzare la mappa al meglio, ti rinvio all’articolo dedicato alla Mappa mentale della Critica alla ragion pura .
Se invece senti il bisogno di migliorare il tuo metodo di studio con un’insegnante e coach esperta, specializzata in materie come la filosofia, non esitare a contattarmi. Progetteremo insieme la tua riuscita scolastica.