
La pandemia ha lasciato i suoi strascichi anche nel mondo della scuola. Il rientro, dopo la DAD, si è dimostrato problematico sin dal principio. Ora che la paura di nuovi contagi è molto più lieve e l’obbligo di indossare la mascherina praticamente un ricordo, rimane comunque un problema: la demotivazione degli studenti, dalla scuola primaria alle superiori.
Se hai notato nei tuoi figli una certa demotivazione che li porta a non avere più voglia di andare a scuola o a non voler proprio studiare, mi sento di tranquillizzarti: possiamo aiutarli a superare questa fase.
Cosa fare se un figlio non vuole andare a scuola?
Per stimolare i ragazzi a trovare la voglia di andare a scuola, bisogna attivare con loro un canale di comunicazione diretto fondato sul dialogo. Focalizzarsi sulle certezze, quelle che erano venute a mancare per esempio durante la DAD: parlo di riferimenti come il proprio banco, lo zaino, la classe, i compagni e gli stessi insegnanti.
Insomma, bisogna provare a far focalizzare i nostri studenti sulle cose positive che accadono durante la giornata scolastica. Fargli domande di questo tipo:
- cosa sta accadendo di bello in questi giorni di scuola?
E poi, specie per studenti che frequentano le scuole superiori e si incamminano verso il Diploma, provare a spostarsi sul processo di apprendimento, sul valore dello studio per il loro presente e futuro, in modo da farli ragionare attivamente su cosa stanno imparando:
- Cosa ti è rimasto impresso delle lezioni di oggi?
- Secondo te, che valore ha per la tua crescita aver appreso questi nuovi concetti?
Naturalmente, ci sono sempre gli adolescenti che raccontano pochissimo della loro giornata e con i quali dialogare è più difficile.
Cerca di non forzare troppo le cose e sciogliere il silenzio con un bacio o un abbraccio: a quell’età i ragazzi sembrano rifiutare le coccole, perché le vedono un atteggiamento da bambini, ma ne hanno sempre un grande bisogno, anche se non lo ammetteranno mai.
Come farsi ascoltare dai figli demotivati?
Se vedi in tuo figlio o tua figlia apatia e disinteresse generale, farsi ascoltare può essere molto complesso. Pertanto, non pensare solo alla scuola, allarga il campo d’azione. Prova a migliorare il dialogo con loro in maniera naturale.
Sii tu a dargli qualche suggerimento per ritrovare la motivazione ad affrontare le giornate con positività: uno sport, ad esempio. Oppure, prova a programmare un’attività inaspettata da fare insieme a loro. Una passeggiata, un giro in libreria o in biblioteca.
Tutto può funzionare, l’importante è che non sia una proposta sedentaria: i ragazzi hanno bisogno di muoversi, di camminare nel verde, di far riposare gli occhi dal bombardamento visivo della Playstation o, per esempio, dei filmati degli youtuber e creator di tendenza.
Sono personalmente favorevole al sequestro del cellulare qualche ora al giorno: se ti accorgi che i tuoi figli dopo la scuola sono costantemente online, per esempio su WhatsApp, vuol dire che non solo non stanno studiando, ma che stanno disperdendo energie e concentrazione.
A questo punto può essere urgente stipulare una sorta di patto tra genitori e figli:
- alcuni scelgono di agevolare il comportamento positivo dei figli attraverso un piccolo premio mensile;
- altri sono costretti a minacce a fin di bene;
- altri ancora (i più fortunati) riescono a portare la questione su un piano etico, mostrando ai loro figli che non è poi così utile essere continuamente distratti ,anche perché ciò li porta a terminare i compiti con molto ritardo.
In questa fase, per superare la demotivazione e recuperare il dialogo, prima ancora dell’entusiasmo scolastico, c’è bisogno di punti fermi e di autorevolezza, creando il più possibile:
- occasioni di confronto;
- regole per contrastare lo stato di apatia e demotivazione.
Come dare serenità ai figli/studenti?
Dare ai propri figli demotivati piccoli obiettivi quotidiani, può essere un comportamento molto utile per aiutarli a riempire quel senso di vuoto che stanno vivendo ogni giorno e impostare così qualche nuova via nel loro navigatore interno.
È inoltre bellissima l’idea di fermare attimi positivi vissuti insieme in famiglia, riportando su dei post-it battute divertenti fatte per esempio durante una cena o frasi che avresti voluto dirgli, ma non hai avuto il momento giusto per farlo. Puoi fargli trovare un biglietto in un calzino o appeso allo specchio.
Forse non avrai le reazioni che vorresti, ma non è questa la cosa più importante.
I nostri studenti hanno sempre bisogno di sentire in qualche modo la vicinanza e l’amore dei genitori, anche attraverso una sfuriata, perché si tratta pur sempre di “presenza”:
“Mamma e papà mi sgridano, ma ci sono!”
Sentendosi più sereni in casa, gli studenti possono ritrovare più facilmente la bussola e riappropriarsi dei propri spazi, tra cui proprio la scuola. Ma, qualora non ci riuscissero da soli (qui sto parlando anche dei bambini che frequentano la scuola primaria) e non avessero proprio voglia di rimettersi a studiare perché travolti da noia e apatia.
Come motivare i ragazzi a studiare?
Ci sono tanti metodi: dal mio punto di vista il migliore è quello di rivolgersi a un coach che aiuti la o lo studente a riprogettare il proprio metodo di studio, che li motivi al meglio e gli faccia ritrovare la voglia di rimettersi in gioco. Ho personalmente creato diverse tipologie di percorsi didattici e motivazionali adatti a tutte le età, progettati per ogni tipologia di studente, tra cui proprio quelli demotivati. Non esitare a contattarmi per una consulenza didattica. In ogni caso, ricorda: se i tuoi figli non riescono proprio a reagire, non fargli perdere l’anno a cuor leggero, tieni d’occhio il calendario, fino al 15 marzo hai la possibilità di rimettere la situazione in carreggiata.