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Tuo figlio non vuole più andare a scuola? Fai attenzione a questa data: 15 marzo

Autore: Veronica Leardini - Data: 28 Gennaio 2021

attenzione al 15 marzo

L’anno scolastico sta procedendo nonostante moltissime avversità: prima la stentata apertura delle scuole, poi le difficoltà nella gestione dei trasporti e l’incremento dei contagi. Di nuovo la didattica a distanza, poi una ripresa al 50%…Che i ragazzi siano disorientati e demotivati perché si sentono in balia delle circostanze, è comprensibile.

E forse lo è anche il fatto che i voti di questo primo trimestre non siano eccellenti.

Oppure il registro elettronico è puntato di cerchi rossi, troppi e tuo figlio si arrende davanti all’evidenza. Ti ha comunicato che la scuola non fa per lui e non vuole più saperne.

Ora si è aperta una vera e propria crisi famigliare: i genitori sanno che le possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro senza avere il diploma si riducono drasticamente e, se lo studente è minorenne, nessuna azienda lo assumerà.

Lo scenario che si è apre è grigio, con scarse opportunità di entrare in un contesto lavorativo qualificato e soddisfacente.

Dall’altro lato come convincere un figlio ad affrontare le fatiche di una strada che non fa per lui?

Sicuramente, il punto di partenza è capire perché il nostro studente ha gettato la spugna.

Le ragioni possono essere diverse:

  • ha accumulato troppe insufficienze e teme di non riuscire a recuperarle;
  • Non si trova bene nel contesto scolastico in cui è inserito (ad esempio, avverte come irraggiungibili gli obiettivi formativi richiesti o non si sente capito dagli insegnanti e dai compagni);
  • Ha scoperto di non provare interesse per le nuove materie (quelle che alle medie non aveva fatto e per le quali ha scelto la scuola superiore);
  • Il gap tra la scuola di provenienza e quella superiore è profondo e lui non ha le strategie giuste per affrontarlo.

Secondo te, quale di queste motivazioni inquadra la situazione di tuo figlio? Perché, a partire dalla risposta, si può tracciare un nuovo percorso, più soddisfacente e, soprattutto, che gli consenta di riuscire.

Andiamo con ordine.

Le numerose insufficienze e il fatto che lui non voglia più proseguire l’indirizzo che ha intrapreso, possono essere il sintomo di una scelta sbagliata: i tentativi che si fanno per recuperare non portano praticamente a nulla, perché, alla base, non c’è nessuna chiara propensione o interesse per una materia o per l’altra.

In questo caso, cambiare scuola può essere vincente: la legge consente di farlo entro il 15 marzo dell’anno scolastico in corso, ritirandosi dall’istituto attuale senza perdere l’anno ed essere bocciato automaticamente.

Se il ritiro viene fatto nei tempi, lo studente ha due possibilità:

  • chiedere il trasferimento in un’altra scuola, sperando di essere accolto. Si tratta di un’impresa non facile alla fine del primo quadrimestre, soprattutto in un periodo di pandemia, ma non impossibile;
  • scegliere di ritirarsi e di sostenere a giugno un esame (chiamato di idoneità) da privatista. Questo esame può essere sostenuto presso una scuola statale o paritaria.

Dopo il ritiro,  lo studente può scegliere di prepararsi da solo, con dei tutor,  o appoggiarsi a una piattaforma on line  dove sono caricate tutte le lezioni e i materiali di studio.

In questo caso i genitori sono direttamente responsabili dell’educazione del figlio e devono dichiararlo alla scuola per poterlo ritirare (educazione parentale).

Questa strada è consigliata quando non si vuole fare un trasferimento di fretta, senza che siano chiare le attitudini reali dello studente. In queste situazioni particolari, è molto alta la possibilità di prendere un altro granchio. La nuova scuola non va scelta in modo avventato per evitare di sbagliare ancora.

Molti studenti che soffrono di fobia scolastica, ad esempio, trovano un grande aiuto attraverso questo tipo di formazione, poiché non devono più affrontare lo stress quotidiano e la pressione costante di verifiche e interrogazioni. Parlo di quei casi che hanno tradotto in un sintomo la loro ansia, con dolori allo stomaco, emicranie, vomito, attacchi di panico…

Dopo aver svolto l’esame di idoneità, se superato positivamente, lo studente può iscriversi in una nuova scuola, svolgendo, eventualmente, gli esami di integrazione per studiare le materie nuove che non erano previste nel suo precedente piano di studi e iniziare nella nuova classe.

Oppure, puoi pensare di aiutare tuo figlio a ricucire i rapporti con gli insegnanti e, soprattutto con se stesso: in questo caso può essere molto utile la figura di un tutor, di uno school coach che, facendo da mediazione tra la scuola-studente-famiglia, concordi un piano didattico di rientro che gli consenta di recuperare.

In questo caso occorre rinforzare la motivazione di tuo figlio a proseguire quella scuola, ripercorrendo i motivi per i quali l’ha scelta e aiutandolo, con un esperto, a cambiare passo: sarà necessario lavorare sul suo metodo di studio, sull’organizzazione dei compiti, sulle modalità finora sbagliate con le quali si è approciato alla scuola.

So che è difficile, ma su questo non bisogna mollare: chiediti sempre quale futuro avrebbe tuo figlio se lasciasse gli studi, come passerebbe le giornate senza avere niente da fare e, soprattutto, dal punto di vista psicologico, cosa comporterebbe per la sua autostima la consacrazione di un fallimento e la certezza di non avere una via d’uscita.

Aiutalo a capire che il diploma di maturità è imprescindibile, perché è il muro portante fondamentale per realizzare la propria casa dei sogni e trasformarla in realtà. Non c’è un solo modo per arrivarci, ma esistono, come hai visto, diverse tipologie di percorsi per non chiudere la porta in faccia a un futuro migliore.

Il diploma non è un pezzo di carta, ma una fiche di grande valore con la quale tuo figlio potrà giocare la sua partita più importante: quella della vita. E lo potrà fare alla pari dei suoi avversari, di tutti quelli che incontrerà allo stesso colloquio di lavoro, magari per un solo posto.

Categoria: Coaching, educazione dei figli

Tag: 15 marzo, educazione parentale, esame di idoneità, privatista, ritiro, school coach, trasferimento

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