
Come un pò tutti ci aspettavamo, la ripresa di quest’ anno scolastico non è affatto semplice.
Oltre alle numerose cattedre vuote, alla paura dell’aumento dei nuovi contagi e alle difficoltà dovute a mascherine e distanze obbligate, sta emergendo un altro problema: la demotivazione degli studenti.
Proprio così: molti, avvolti da questa nube di incertezza, hanno perso l’entusiasmo scolastico e si sentono disorientati. Da un lato per gli istituti è difficile programmare attività e percorsi didattici a lungo termine, dall’altro i bambini e i ragazzi avvertono e tendono a subire questo clima di generale incertezza.
Pensa anche al fatto che da mesi i nostri figli non toccavano un banco di scuola e ora si sentono dire che neanche questi riferimenti sono sicuri. In molte scuole non sono ancora arrivati i nuovi banchi, in altre sono stati addirittura tagliati per essere adattati al nuovo contesto. Il banco, in fondo, è proprio l’emblema della scuola, come lo zaino, la classe, gli insegnanti.
Sembra quasi che non debba rimanere più niente di come si ricordavano loro la scuola: l’immagine degli amichevoli contatti ravvicinati durante l’intervallo, quel sorriso o quelle smorfie che tradivano l’emozione di un’interrogazione o di una verifica sono spariti dietro a una mascherina.
Si è trattato per loro di un ritorno a quella scuola che non è più scuola: è un qualcosa di indefinito, sospesa nello spazio e nel tempo, senza forme né contorni.
Se hai notato in tuo figlio una certa demotivazione, mi sento di tranquillizzarti: in fondo, l’idea di intraprendere un viaggio senza avere una meta può anche essere affascinante, ma…per poco tempo, non credi?
Come puoi aiutarlo allora in questa fase?
Direi, prima di tutto, di portarlo a riflettere su quelle che invece sono le certezze, spostando il focus e il fulcro della comunicazione sul presente. Quando avete la possibilità di parlarne potresti chiedergli:
- cosa sta accadendo di bello in questi giorni di scuola?
- Cosa ti è rimasto impresso della lezione di oggi?
- Che valore ha per la tua crescita aver appreso questi nuovi concetti?
Poi ci sono sempre gli adolescenti che raccontano pochissimo della loro giornata e con i quali dialogare è più difficile.
Cerca di non forzare troppo le cose e sciogliere il silenzio con un bacio o un abbraccio: a quell’età i ragazzi sembrano rifiutare le coccole, perché le vedono un atteggiamento da bambini, ma ne hanno sempre un grande bisogno, anche se non lo ammetteranno mai.
Se vedi in tuo figlio apatia e disinteresse generale, sii tu a dargli qualche suggerimento: uno sport, ad esempio, o programmando un’attività inaspettata da fare insieme. Una passeggiata, un giro in libreria o in biblioteca.
Tutto può funzionare, l’importante è che non sia una proposta sedentaria: i ragazzi hanno bisogno di muoversi, di camminare nel verde, di far riposare gli occhi dal bombardamento visivo della play o dai filmati degli youtuber di tendenza.
Sono personalmente favorevole al sequestro del cellulare qualche ora al giorno oppure al controllo dell’on-line: se hai modo di verificare e ti accorgi che tuo figlio è costantemente on line con whatsapp vuol dire che non sta studiando, ma solo disperdendo energie e concentrazione.
A questo punto può essere urgente stipulare una sorta di patto tra genitori e figli: alcuni scelgono di agevolare il comportamento positivo attraverso un piccolo premio mensile, altri di voi sono costretti a minacce a fin di bene, altri (i più fortunati) riescono a portare la questione su un piano etico, mostrando al loro figlio che non è utile essere continuamente distratto perché ciò lo porta a terminare i compiti con molto ritardo.
In questo momento di incertezza generale, c’è bisogno di punti fermi e di autorevolezza, creando il più possibile occasioni di dialogo e confronto, ma anche di regole per contrastare lo stato di apatia e demotivazione.
Dare al proprio figlio piccoli obiettivi quotidiani può essere un comportamento molto utile in questa fase per aiutarlo a riempire quel senso di vuoto che vive ogni giorno e impostare qualche via al suo navigatore interno.
Oppure, è anche bellissima l’idea di fermare attimi positivi vissuti insieme in famiglia, riportando su dei post-it battute divertenti uscite a cena o frasi che avresti voluto dirgli ma non hai avuto il momento giusto per farlo. Puoi fargli trovare un biglietto in un calzino o appeso allo specchio.
Forse non avrai le reazioni che vorresti, ma non è questa la cosa più importante.
Il nostro piccolo studente ha sempre bisogno che gli arrivino l’amore di papà e mamma, anche attraverso una sfuriata, perché per lui si tratta pur sempre di “presenza”. Mamma mi sgrida, ma c’è!