
Dicembre è il mese dell’orientamento per la scelta della scuola superiore: molti istituti, infatti, si sono attrezzati per ricevere gli studenti di terza media e fornire tutte le informazioni sugli indirizzi presenti. Materie, attività di laboratorio, organizzazione e gestione della didattica, nel pieno dell’autonomia scolastica.
Quest’anno, a causa dell’epidemia che sta sconvolgendo la nostra quotidianità, molti istituti hanno organizzato delle presentazioni descrittive on line.
Gli studenti e i genitori raccolgono per settimane informazioni, ma, molto spesso, alla fine, l’effetto è quello di trovarsi avvolti da una sorta di bolla, dentro la quale si sa tutto e niente.
Capita come quando si intraprende un tour nei vari negozi per acquistare i regali di famiglia: se non si ha un’idea chiara di cosa prendere, è facile che piacciano molte proposte, al punto da non sapere più cosa regalare.
Ogni scuola ha creato al meglio la propria vetrina, mostrando i punti di forza e le differenze rispetto agli altri istituti e quasi tutti i ragazzi hanno ricevuto una buona impressione, se non ottima.
Il momento delle presentazioni scolastiche, soprattutto negli ultimi anni, è diventato simile a una campagna di marketing, dove vengono risaltate le eccellenze dell’istituto, ma lo studente che richiede informazioni, quasi mai è al centro della riflessione. Sembra che qualunque problema lui abbia (penso soprattutto a coloro che soffrono per disturbi dell’apprendimento) lì, in quella scuola troverà l’assistenza e le risposte adeguate. Facile a dirsi, molto difficile a farsi.
Il sistema scolastico è estremamente macchinoso e burocratico: molte dinamiche (ad esempio quella del reperimento e dell’assunzione degli insegnanti) non dipendono direttamente dal dirigente e, pertanto, non può garantire al 100% sulla qualità di insegnamento di ogni cattedra.
Ogni istituto può contare su un team di insegnanti di ruolo: in molti casi rappresentano una garanzia, ma a nessuno è dato sapere di più rispetto ai nuovi docenti. Molte scuole arrivano ad avere l’orario definitivo non prima di metà novembre.
Mai come in un momento come quello che stiamo vivendo, l’incertezza potrebbe essere maggiore.
Credo che i genitori e i ragazzi dovrebbero essere informati sul fatto che gli insegnanti di sostegno sono pochissimi, di difficile reperibilità e che spesso non hanno l’abilitazione per svolgere quel ruolo.
Spesse volte le famiglie vengono a conoscere queste problematiche quando ne sono direttamente colpite, perché si aspettano un tipo di supporto (paventato all’inizio) che non avranno.
Tutto questo esula dalla capacità della dirigenza che, a sua volta, si trova a subire delle meccaniche sulle quali non può effettivamente intervenire.
Ecco perché, sono dell’idea che il tour di scuola in scuola, ormai divenuto una consuetudine, sia poco utile.
Le motivazioni per la scelta di un indirizzo e poi di un istituto, dovrebbero essere intrinseche, interne, partire dal sé dello studente: è vero che, purtroppo, adesso molti dei nostri ragazzi vorrebbero fare gli youtubers e le ragazze le influencers.
Tuttavia, ripercorrendo un pò l’infanzia di tuo figlio che tu conosci meglio di chiunque, nei giochi che preferiva fare da piccolo puoi rintracciare una stella.
Cosa gli faceva brillare gli occhi? Quale attività?
C’è da considerare anche il suo rapporto con lo studio: quali materie gli vengono più facili e intuitive da sempre?
Se la matematica è piuttosto semplice per tuo figlio, può valutare un istituto tecnico industriale o un liceo. Ma questa è solo una considerazione parziale della questione.
Secondo te ha un approccio più pratico alle situazioni o teorico? Ad esempio, gli piace riflettere, argomentare, andare al “perché’’ o tende a essere più sintetico e a cercare subito soluzioni?
Questo, ad esempio, differenzia la propensione a un liceo rispetto a un istituto tecnico: entrambi i percorsi scolastici aprono la strada per la frequenza successiva a corsi di laurea, ma colui che è “tecnico” è propenso alla praticità, il liceale ama la ricerca, lo studio delle cause e degli effetti, è più elastico.
A volte, quando il genitore non vede una preferenza per una scuola o per un’altra, tende a esprimere i propri desideri e aspirazioni che spesso non sono coincidenti con le attitudini del proprio figlio: chi non vorrebbe vederlo realizzato in una professione importante? Medico? Avvocato? Manager? Magari che arrivasse a traguardi che tu non sei riuscita a raggiungere?
E’ legittimo e naturale coltivare queste speranze, ma, non dobbiamo mai dimenticarci che ogni ragazzo e ragazza, prima che diventare uno studente esemplare, ha il diritto di essere felice.
Questa è la prima chiave per aiutarlo ad orientarsi: quale contesto didattico potrebbe sentire come il proprio posto in cui esprimersi al meglio?
5 anni saranno lunghi, lunghissimi, soprattutto se si troverà a frequentare un percorso scolastico lontano dalle sue inclinazioni.
Cerchiamo anche di liberarci dall’idea che l’università sia la panacea di tutti i mali: la discrepanza tra le richieste del mondo del lavoro e i titoli di studio che sono conseguiti è in parte dovuta anche a questo luogo comune.
Per schiarirti le idee, dai un’occhiata a questo articolo.
Pensa a Steve Jobs che abbandonò dopo un semestre gli studi universitari e si dedicò all’informatica facendo pratica con un suo amico nel garage di casa.
E’ stato guidato dalla sua passione, dalla voglia di migliorare la vita delle persone, da uno scopo.
In questo periodo, dove molti spostamenti saranno vietati, sicuramente avrai tempo e modo di parlare con tuo figlio di questo: potrete andare insieme indietro nei suoi ricordi, alla ricerca di un’esperienza che l’ha segnato positivamente. Un centro estivo diverso dagli altri, l’incontro con un educatore o un insegnante che lo ha colpito particolarmente, una situazione in cui è intervenuto dando il meglio di sé.
Puoi aiutarlo a capire l’importanza di trovare il proprio posto nel mondo partendo da un libro: Storie per bambini che hanno il coraggio di essere unici di Ben Brooks o Storie della buonanotte per bambine ribelli di Francesca Cavallo e Elena Favilli.
In queste pagine vengono raccontate le vite di uomini e donne straordinari che hanno fatto la differenza nel mondo, perché hanno individuato come migliorarlo e hanno creduto di poterlo fare.
Ti auguro che fare la conoscenza dei grandi della storia possa accendere in tuo figlio quella scintilla che per brillare non ha bisogno di conoscere tutti gli indirizzi scolastici. Sa chi è e la sua direzione. Questo le basta.